IL BARMAN RACCONTA
dal nome allo stile, dai colori ai profumi, dal passato al presente, i 'Cocktail'.
dal nome allo stile, dai colori ai profumi, dal passato al presente, i 'Cocktail'.
Cocktail, letteralmente tradotto dall'inglese significa 'Coda di Gallo'. Eh sì! Esistono svariate leggende per questo significato.
Si racconta che ai tempi venivano servite delle bevande molto colorate che ricordavano i colori delle code dei galli da combattimento!
Ma questa è solo una delle tante storie sulla provenienza del nome.
Il coquetier, ovvero il classico contenitore utilizzato per le uova, ci rimanda ad un'altra famosa leggenda.
Circa nel '800 in Francia nel bar Sazerac Coffee venne utilizzato un bicchiere panciuto simile al coquetier per servire un Sazerac, da qui la parola 'Cocktail'.
E' facile, però, ritrovarci anche su una nave Inglese con ricchi passeggeri e diretta verso le coste sudamericane per trovarci immersi in un'altra grande storia. Su questa rotta erano ormai diventati molto comuni i festeggiamenti ove si consumavano abitualmente bevande miscelate e decorate proprio con delle piume della coda di gallo!
Beh, negli anni, l'oggetto di riferimento è sempre stato lo stesso cambiano solo le storie.
Quindi per noi, ma anche nel passato, il cocktail è ed era frutto dell'arte di saper miscelare.
Si partiva infatti dalle bottiglie presenti dietro il proprio banco, si andava a miscelare distillati con bitter, liquori, spezie, frutta e altre bibite (soft drink) e si versava il tutto poi dentro ad un bicchiere a proprio piacimento.
Nel 1806 troviamo, su un quotidiano, la prima definizione: “Cocktail is a stimulating liquor composed of spirit of any kind, sugar, water and bitters”.
Nel 1862 venne pubblicato 'How to Mix Drinks' da Jerry Thomas, divenuto poi la Bibbia dei Bartender odierni e nel quale appaiono le prime 10 ricette di veri e propri 'Cocktail'.
Arriviamo circa al 1920, siamo ai tempi del Proibizionismo ovvero un'epoca che segna il mondo del bere e dalla quale iniziano i primi cambiamenti nelle abitudini quotidiane di tutte le persone.
In questi anni i i cocktail prendono forma e nome ed entrano a far parte del bere abituale dei clienti.
Le persone che sino ad allora si recavano nelle botteghe per comperare le bottiglie del loro alcolico preferito per poi consumarle nelle loro abitazioni si ritrovarono private di questo piccolo vizio.
Nascono così i primi locali segreti e illegali, gli Speakeasy, termine che significa letteralmente 'Parla piano' e tradotto come parlare a bassa voce.
In questi locali le regole principali sono due:
- la prima: si può entrare solo tramite parola d'ordine;
- la seconda: si deve parlare a bassa voce, per non essere scoperti.
Si passa, per la prima volta, dalla classica vendita a bottiglia delle botteghe alla vendita dei prodotti al bicchiere per arrivare poi ai primi bicchieri di bevande miscelate che prenderanno il nome di Cocktail.
Il sapore pungente e poco gradevole dato dalla scadente qualità dei distillati presenti all'epoca, che circolavano grazie alle associazioni mafiose, veniva coperto attraverso l'utilizzo di liquori, amari, bitter, frutta e spezie.
Nuovi profumi, sapori ed esperienze prendono vita e scrivono la storia del mondo del bere.
Da qui, i primi Bartender iniziano a scrivere e a pubblicare i libri contenenti le loro ricette, le loro storie e le loro tecniche di miscelazione che sono arrivate sino ai giorni di oggi.
Nel 1951, si fa finalmente un po' di chiarezza, i migliori barman si riuniscono sotto il nome di 'IBA' - International Bartenders Association, e pubblicano le prime regole riguardanti dosi e metodologie di preparazione dei cocktail internazionali più conosciuti.
Da qui la parola Cocktail diventa unica ed internazionale.
L'IBA esiste tutt'oggi e possiede il ricettario internazionale che viene aggiornato periodicamente modificando i cocktail presenti in base alle mode del momento reinserendo vecchi grandi classici e modificando eventualmente ricette di cocktail odierni.
Data di Pubblicazione: 13012024
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